Walk of faith
Trovo che la tradizione cristiana di apporre sulle panche delle chiese i nomi di fedeli defunti sia qualcosa di assolutamente profondo e geniale. Ogni volta che mi ci imbatto, come in automatico mi parte un Requiem per la persona che si trova sulla targhetta, che naturalmente non conosco. E ogni volta penso a quanto sia meraviglioso che uno sconosciuto possa pregare per un altro sconosciuto defunto. È una cosa veramente confortante, e ce l’abbiamo solo noi cristiani.
Intendiamoci: nessuno fa niente per niente. Personalmente, quando prego per un defunto, gli chiedo di ricambiarmi il favore non appena sarà alla presenza del Grande Capo. In questo modo sono certo che la schiera dei titolari delle panche su cui ho pregato e degli occupanti dei carri funebri cui mi sono trovato in coda pregano per me, e così inizio a crearmi una rete di contatti della quale, a suo tempo, avrò estremo bisogno. Mi sembra uno scambio equo… è la comunione dei Santi, bellezza.
Comunque, tornando ai nomi sulle panche: l’altro giorno quelle davanti a me erano scarsamente popolate, e così alzando lo sguardo ho avuto di fronte tutta l’infilata di targhette, panca dopo panca, fino alla prima. E mentre pregavo per ognuno di loro, anche se non potevo leggere tutti i nomi, mi è venuto spontaneo il paragone tra quella carrellata di targhette e la Walk of fame di Hollywood.
Beh, mi spiace per i divi del cinema, ma non hanno capito niente. Loro saranno su quel marciapiede, e su qualche giornale, e tutti si ricorderanno di loro… ma non è nulla in confronto al colpaccio che hanno fatto quelli che si son fatti mettere la targhetta sulla panca. Se anche solo uno sconosciuto ogni 10 prega per loro, hanno stravinto. Loro sì che hanno investito dove conveniva!
PS – Qui lo dico: a suo tempo, voglio anch’io la mia targhetta su una panca, e che sia una panca di grande passaggio. Altro che stelle su un marciapiede.
Trovo che la tradizione cristiana di apporre sulle panche delle chiese i nomi di fedeli defunti sia qualcosa di assolutamente profondo e geniale. Ogni volta che mi ci imbatto, come in automatico mi parte un Requiem per la persona che si trova sulla targhetta, che naturalmente non conosco. E ogni volta penso a quanto sia meraviglioso che uno sconosciuto possa pregare per un altro sconosciuto defunto. È una cosa veramente confortante, e ce l’abbiamo solo noi cristiani.
Intendiamoci: nessuno fa niente per niente. Personalmente, quando prego per un defunto, gli chiedo di ricambiarmi il favore non appena sarà alla presenza del Grande Capo. In questo modo sono certo che la schiera dei titolari delle panche su cui ho pregato e degli occupanti dei carri funebri cui mi sono trovato in coda pregano per me, e così inizio a crearmi una rete di contatti della quale, a suo tempo, avrò estremo bisogno. Mi sembra uno scambio equo… è la comunione dei Santi, bellezza.
Comunque, tornando ai nomi sulle panche: l’altro giorno quelle davanti a me erano scarsamente popolate, e così alzando lo sguardo ho avuto di fronte tutta l’infilata di targhette, panca dopo panca, fino alla prima. E mentre pregavo per ognuno di loro, anche se non potevo leggere tutti i nomi, mi è venuto spontaneo il paragone tra quella carrellata di targhette e la Walk of fame di Hollywood.
Beh, mi spiace per i divi del cinema, ma non hanno capito niente. Loro saranno su quel marciapiede, e su qualche giornale, e tutti si ricorderanno di loro… ma non è nulla in confronto al colpaccio che hanno fatto quelli che si son fatti mettere la targhetta sulla panca. Se anche solo uno sconosciuto ogni 10 prega per loro, hanno stravinto. Loro sì che hanno investito dove conveniva!
PS – Qui lo dico: a suo tempo, voglio anch’io la mia targhetta su una panca, e che sia una panca di grande passaggio. Altro che stelle su un marciapiede.